Berna - 16 giugno 2020

Nessun segnale di solidarietà internazionale

Il Consiglio nazionale non vuole intensificare l’impegno internazionale della Svizzera. Diverse proposte hanno sollecitato l’incremento dei crediti quadro per la cooperazione internazionale (2021-2024). Il Consiglio nazionale le ha respinte tutte.

Comunicato stampa dell'organizzazione di sviluppo Alliance Sud, sostenuta da Helvetas ed altre grandi organizzazioni umanitarie svizzere.

Il Consiglio nazionale ha approvato i crediti quadro di 11,25 milioni di franchi concessi dal Consiglio federale. Se, come voluto dal Consiglio federale, le spese per i richiedenti l’asilo in Svizzera saranno incluse nella cooperazione allo sviluppo, ne risulterà probabilmente un tasso d’aiuto pubblico allo sviluppo (APS) corrispondente allo 0,46% del reddito nazionale lordo (RNL). Tuttavia il valore di riferimento internazionale dell’APS, riconosciuto pure dalla Svizzera, è lo 0,7%. Paesi come la Svezia, la Norvegia, la Danimarca e il Regno Unito superano di gran lunga questa percentuale. Sono state respinte le proposte della minoranza che intendevano raggiungere questo valore di riferimento internazionale anche in Svizzera.

La crisi del coronavirus investe l’intero pianeta, ma non ovunque allo stesso modo. Nei Paesi più poveri, la pandemia ha enormi conseguenze sociali, economiche e politiche. La Banca Mondiale, per esempio, ha previsto che circa 60 milioni di persone, entro la fine dell’anno, cadranno in situazione di povertà estrema; il numero di persone che soffrono la fame raddoppierà passando da 130 milioni a 265 milioni. Spesso fortemente indebitati, i Paesi dell’emisfero sud non saranno in grado di affrontare questa crisi da soli.

Diverse organizzazioni internazionali invitano i Paesi industrializzati a incrementare la loro spesa per lo sviluppo. In une lettera aperta, un gruppo di 20 economisti rinomati riuniti intorno al premio Nobel Joseph Stiglitz, segnala che le conseguenze di questa crisi colpiranno duramente anche l’Occidente. Per evitare che ciò accada, i Paesi industrializzati dovrebbero sin da subito predisporre i fondi supplementari per lo sviluppo.

Con la sua decisione, il Consiglio nazionale non è riuscito a proporre una svolta verso la solidarietà internazionale assolutamente necessaria. Nei Paesi del Sud, le persone in situazione di estrema vulnerabilità ne avrebbero tratto beneficio. Inoltre, una diversa decisione della Camera bassa avrebbe rappresentato un esempio per gli altri Paesi industrializzati che a loro volta sarebbero stati incitati a compiere un gesto a favore di un mondo giusto, sostenibile e stabile, senza fame e povertà. Spetta ora al Consiglio degli Stati rimediare a questa decisione problematica della Camera bassa.